Difficoltà di lettura: quali abilità entrano in gioco?

Difficoltà di lettura: quali abilità entrano in gioco?

Sono molti i genitori che mi hanno contattata negli ultimi mesi chiedendomi di aiutare i propri figli con difficoltà generiche di lettura. Proprio ieri mi è capitato di riflettere, con una meravigliosa bambina che seguo, su quanti compiti la nostra mente ed il nostro corpo debbano portare a termine con successo prima di riuscire a leggere ogni parola di un qualsiasi testo. In questo articolo vorrei parlare di tutte le funzioni e le competenze che entrano in gioco durante la lettura.

Sicuramente chiamata in causa è la funzione visiva, leggere implica che ci sia un buon inseguimento oculare che permetta alla persona di seguire in maniera costante le parole su ogni riga, comparabile ad un “binario” che conduce lo sguardo da sinistra a destra. Può capitare che alcuni bambini facciano fatica a leggere proprio a causa di una difficoltà nell ’inseguimento oculare, in questo caso è d’obbligo una vista oculistica e/o ortottica a seguito delle quali, nel caso in cui la difficoltà sia unicamente attribuibile a questa funzione, il bambino dovrebbe presentare grandi miglioramenti nel corso di poco tempo.

Strettamente connessa alla funzione visiva vi è la funzione mnestica. Una volta vista la parola, entra in gioco la memoria per riconoscerla, associando ad ogni grafema il fonema corrispondente,  riconoscendone in seguito la pronuncia ed il significato, e, grazie alle abilità motorie, pronunciandola nel modo corretto tramite movimenti gutturali, della lingua e della bocca, opportunamente coordinati tra loro. Questo implica anche una buona conoscenza del proprio schema corporeo ed il pieno controllo delle parti del corpo implicate nella lettura.

La lettura è anche una questione di dinamismo respiratorio. La respirazione è alla base di tutte le nostre attività, sia a livello conscio che inconscio. Se la respirazione non è calma e regolare, è molto difficile che il bambino possa leggere in maniera armoniosa un testo ad alta voce, incorrendo quasi certamente in blocchi ed errori di pronuncia. Può capitare che, in situazione di forte ansia da prestazione o paura di commettere errori, il bambino si senta talmente agitato da non riuscire a mantenere calmo e costante il respiro, andando così ad influire negativamente sulla sua performance.

Collegato alla respirazione c’è il senso del ritmo. Bambini con un senso del ritmo poco sviluppato mostrano maggiori difficoltà nel riconoscere e rispettare la punteggiatura, nel dare il giusto peso ad ogni parola ed in generale a leggere in maniera scorrevole e fluida.

Una volta riconosciute le parole e lette correttamente le frasi, occorre comprenderne il significato, associando ogni frase a quella seguente per comprendere il messaggio generale del testo.

Entrano quindi in gioco abilità cognitive e metacognitive, in cui è molto importante l’utilizzo di strategie adeguate per favorire la comprensione e la piena padronanza dei concetti, come ad esempio attuare associazioni con immagini o concetti già appresi per aiutare a delineare e fissare nella memoria nuovi significati.

Tutte queste attività richiedono una buona capacità di attenzione e concentrazione, soprattutto nel caso di testi lunghi o pieni di nuovi concetti da acquisire.

Abbiamo dunque visto quanto complessa sia in realtà un’attività che noi adulti diamo ormai per scontata e di facile attuazione. Un ultimo fattore di cui vorrei parlare, che in realtà è alla base di tutto ciò che ho scritto finora, è la motivazione. Come già scritto in precedenti articoli, se un alunno non è sufficientemente motivato – dai rapporti affettivi, le condizioni ambientali, l’approccio didattico corretto, e tanti altri fattori che influiscono positivamente o negativamente sulla motivazione – difficilmente avrà la spinta giusta per investire le sue energie intellettive, fisiche ed il suo impegno in qualsiasi compito gli venga assegnato.

Alla luce di tutte queste informazioni ecco spiegato perché, quando inizio a lavorare con bambini e ragazzi con difficoltà di lettura (soprattutto quando non imputabili a Difficoltà Specifiche di Apprendimento), è d’obbligo un’indagine da parte mia che mi renda chiari tutti gli aspetti di cui abbiamo parlato, e mi fornisca tutti gli elementi necessari per progettare un intervento efficace e costruito unicamente sulla base delle loro personali  caratteristiche.

Può apparire paradossale ma spesso il modo migliore per aiutare un bambino con difficoltà di lettura non è tenerlo ore intere davanti a testi da leggere, ma , soprattutto all’inizio del nostro percorso insieme,  lavorare con lui sugli aspetti motori, respiratori, ritmici, emotivi, motivazionali, alla base di un’attività apparentemente semplice ma in realtà molto complessa.

Se sei un genitore e pensi che questo articolo possa essere utile ad altre persone, ti chiedo di condividerlo o segnalarlo direttamente a chi potrebbe essere interessato. Se senti la necessità di approfondire personalmente le tematiche trattate contatta lo Studio Harmoghé, ci conosceremo senza impegno e troveremo insieme le soluzioni più adatte alle tue necessità.

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